Quando si sente la parola “trauma” è più facile pensare ad eventi e situazioni con caratteristiche di forte tragicità, difficili da immaginarsi ed eccezionali. Si pensi ad esempio a degli eventi metereologici catastrofici, alle esperienze successive alla sopravvivenza ad un disastro aereo, o al venire rapinati. Per questa ragione, è possibile che vengano definiti dal senso comune come episodi poco frequenti e come un fatto che ci riguarda solo da lontano.
Eppure, tutti noi nella nostra vita possiamo esperire dei traumi, perché questi possono presentarsi dopo eventi apparentemente non così drammatici come ad esempio la morte del proprio animale domestico, la perdita del proprio lavoro, o il tradimento da parte del proprio partner. Per questa ragione, il trauma può avere delle caratteristiche molto soggettive e persone diverse che attraversano lo stesso evento possono sviluppare diverse intensità di trauma, o persino non esperirlo completamente. La ricerca ha evidenziato come vivere un’esperienza traumatica sia purtroppo assai comune sia nelle donne (tra il 50 e il 70%) che negli uomini (60%). Un trauma che sviluppa un vero e proprio disagio per chi lo subisce e che perdura nel tempo si è riscontrato intorno allo 0,5-1% della popolazione generale, prendendo il nome di disturbo post-traumatico da stress.
È quindi importante comprendere che cos’è il trauma, quali sono le sue caratteristiche, le sue possibili cause e le conseguenze legate allo stress post-traumatico considerando che può essere faticoso individuare delle vie d’uscita e un senso a quello che è successo.
Il trauma può essere un evento sconvolgente e dal quale può essere faticoso individuare delle vie d’uscita e un senso a quello che è successo. Per questa ragione è importante attuare dei passi nella direzione adeguata per stare meglio, e saperlo fare tramite un adeguato supporto e una corretta informazione.
Cos’è un evento traumatico?
Il trauma ha delle caratteristiche che si distinguono da persona a persona. Si può però definire un evento come traumatico quando rappresenta una situazione nociva diversa dal ciò che può quotidianamente succedere, che è soverchiante rispetto alle capacità di un individuo a farne fronte, e che genera delle conseguenze negative nel tempo. Ovviamente un evento traumatico può avere anche differenti intensità di pericolo; può perciò riguardare una minaccia a qualcosa di materiale come un bene di nostra proprietà, oppure addirittura una minaccia alla propria vita o a quella delle persone a noi care.
Gli eventi traumatici possono avvenire ovunque, sia sul posto di lavoro che nella nostra casa, sia insieme a persone che si conoscono che quando si è da soli. Inoltre, un evento traumatico può prendere le forme di un’azione tangibile vera e propria (es. essere vittima di tortura, o assistere alla morte improvvisa di una persona) oppure le forme di trascuratezza. In questo secondo caso, un individuo può restare traumatizzato perché non riceve delle adeguate cure, protezione, o vicinanza emotiva adeguata. Inoltre, un evento traumatico, per quanto appartenente al passato, può manifestare disagio nell’individuo anche in condizioni simili nel momento presente. Per esempio, in prossimità di una ricorrenza o di un luogo simile a quello dove ha subito ciò che lo ha fatto soffrire.
Cos’è che causa lo stress post-traumatico?
Diversi elementi possono far sì che un evento intenso generi stress post-traumatico, aspetti culturali (in alcune comunità è più comune essere vittime di traumi, mutilazioni o torture); psicologici personali, legati alla salute mentale ed alla capacità di far fronte ad eventi traumatici, sono cruciali per lo sviluppo di stress post-traumatico. Le persone elaborano con il tempo dei pensieri e dei ragionamenti sulle difficoltà incontrate, che dipendono da stili personali ed è per questa ragione l’impatto dell’evento traumatica cambia da persona a persona. Il momento in cui si vive l’evento traumatico è un altro aspetto fondamentale. La ricerca ha rivelato come i traumi vissuti in età infantile possano portare a conseguenze di stress post-traumatico più complesse da trattare che in età adulta. La tempestività, un evento inaspettato e immediato può causare con maggiori possibilità un trauma intenso perché minaccia le nostre credenze legate al fatto che la vita sia sicura, protetta da minacce per noi e gli altri, e prevedibile. La vulnerabilità biologica allo stress è basata su come e quanto il nostro cervello è in grado di affrontare il trauma. Ci sono, infatti, dei meccanismi fisiologici cerebrali (e legati alla nostra evoluzione come esseri umani) che davanti a un pericolo insormontabile mandano al nostro corpo segnali di necessità di fuga. Se tali meccanismi non funzionano adeguatamente, il rischio di entrare in contatto con un evento traumatico aumenta.
Come si manifesta lo stress post-traumatico?
Nello stress post-traumatico, così come in anche altri disturbi psicologici, persone diverse possono provare delle sensazioni diverse. In generale però, le persone reagiscono rivivendo il trauma nel corpo (es. manifestando problemi allo stomaco, dolore, sensazioni di “distacco” dal corpo, disagio fisico durante i rapporti sessuali, nausea ecc), e nella mente (es. irritabilità, preoccupazione, colpa, vergogna, tristezza, paura ecc), evitando cose che hanno a che fare con il trauma, sentendosi più tesi, tristi, irritabili o in allerta del solito. Si riconoscono anche problemi di sonno, alimentazione, crisi di pianto.
Come si può star meglio nonostante un evento traumatico?
La ricerca ha evidenziato come circa il 60%delle persone con disturbi di stress post-traumatico ha un miglioramento spontaneo nel giro di circa un anno; purtroppo, è frequente che un buon numero di sintomi resti comunque. Se il disagio successivo a un evento traumatico è persistente nel tempo e non diminuisce, ci sono diversi modi per trovare aiuto. La scelta tra uno di questi si basa sulle tue preferenze personali, su quanto senti essere grave e invalidante ciò che vivi, e su come ti senti durante il corso della terapia. I trattamenti possono essere farmacologici e psicoterapici.
La mia esperienza nella ricerca clinica e nella formazione sul trauma
Negli anni ho contribuito alla pubblicazione di articoli, in riviste nazionali ed internazionali, e capitoli di libro sul trauma da suicidio tra i quali:
Scocco P, Costacurta A, Frasson A, Pavan L: Pos-Intervento: progetto SOPROXI. In: L. Nuccio, C. La Cascia, S. Messina (Eds) Suicidio. E poi…? A.F.I.PRE.S.,Palermo, 2005
Scocco P, Pavan L: Il post-intervento nel suicidio. In: D La Barbera, C Novara (eds) Solitudini. Studi sul suicidio in una prospettiva psicodinamica. Franco Angeli, Milano, 2007
Scocco P, Frasson A, Costacurta A, Pavan L: SOPRoxi: a research-intervention project for suicide survivors. Crisis. 27 (1): 39-41, 2006
Scocco P, Idotta C, Mareschi T, Preti A; SOPROXI Team. Do interpersonal events buffer or worsen depressive and grief related symptoms in people bereaved through suicide? Death Stud. 2020 Dec 7:1-10. doi: 10.1080/07481187.2020.1855608. Online ahead of print.
Scocco P, Idotta C, Totaro S, Preti A: Addressing psychological distress in people bereaved through suicide: From care to cure. Psychiatry Res. 2021 Jun;300:113869. doi: 10.1016/j.psychres.2021.113869. Epub 2021 Mar 17.
Scocco P, Preti A, Totaro S, Corrigan PW, Castriotta C; SOPROXI Team: Stigma, grief and depressive symptoms in help-seeking people bereaved through suicide. J Affective Disorders. Oct 11;244:223-230. doi: 10.1016/j.jad.2018.10.098. [Epub ahead of print] 2018
Scocco P, Castriotta C, Toffol E, Preti A: Stigma of Suicide Attempt (STOSA) scale and Stigma of Suicide and Suicide Survivor (STOSASS) scale: Two new assessment tools. Psychiatry Research. 2012 Dec 30;200(2-3):872-8.
Pompili M, Shrivastava A, Serafini G, Innamorati M, Milelli M, Erbuto D, Ricci F, Lamis DA, Scocco P, Amore M, Lester D, Girardi P. Bereavement after the suicide of a significant other. Indian J Psychiatry. 2013 Jul;55(3):256-63
Scocco P, Frasson A, Costacurta A, Donà M, Pavan L: Post-intervento nel suicidio. Studies on Aggressiveness and Suicide; 4: 41-55, 2004
Toffol E, Pilotto E, Scocco P: Reazione emotiva dello psichiatra al suicidio di un paziente: una serie di casi. Rivista Italiana di Psichiatria 46, 3: 203-207, 2011
Totaro S, Scocco P: Perché occuparsi di chi è in lutto per un suicidio? L’esperienza di Progetto SOPROXI. Storie e Geografie Familiari 13/14(feb):139-172. 2015
Toffol E, Aliverti E, Idotta C, Capizzi G, Scocco P and SOPROXI Team: Are empathy profiles and perceived social support associated with depressive and grief-related symptoms in suicide survivors? Journal of Clinical Psychology DOI:10.1002/jclp.23402
Scocco P, Frasson A, Costacurta A, Frank E, Corinto B, Drago A, Pavan L: Interpersonal Psychotherapy for suicide survivors. Bulletin of the International Society for Interpersonal Psychotherapy. Vol. 4, Issue 1: 2-8, 2005
Scocco P, Preti A, Totaro S, Ferrari A, Toffol E: Stigma and psychological distress in suicide survivors. Journal of Psychosomatic Research. Mar 94: 39-46. doi: 10.1016/j.jpsychores.2016.12.016. PMID: 28183401. 2017
Palmieri A, Kleinbub JR, Mannarini S, Molinaro S, Castriotta C, Scocco P: Rorschach Assessment in suicide survivors: focus on suicidal ideation. Frontiers in Public Health. 2019 Jan 11;6:382. doi: 10.3389/fpubh.2018.00382